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Vela: ARTICOLI : Il varo di Stella Polare :

Il varo della Stella Polare

 

Non è stata una splendida giornata, ma solo un grande varo.

Ventolibero si stringe con un forte abbraccio ad Elisabetta Bardella e Alessandro Malipiero che nella giornata di ieri sono stati colpiti dal lutto per la scomparsa del padre di Elisabetta.

Appresa la notizia ci siamo portati amareggiati a Bogliaco,  dove la Stella Polare attendeva il varo.

Un bel meteor, con la livrea di Homerus.

Il cielo rispecchiava il nostro stato d’animo, plumbeo a tratti grigio con una totale assenza di vento.

I saluti, pacati quasi di circostanza con gli amici di Homerus.

In silenzio il piazzale si è riempito di autorità, invitati e curiosi.

Il Patu in silenzio armeggiava con gli ultimi preparativi a bordo, mentre un capannello di persone si faceva sempre più vicino all’imbarcazione.

Arriva lui il grande uomo, Alessandro Gaoso al quale Sabrina ha comunicato la triste notizia.

La sua espressione aperta e cordiale di sempre si è trasformata in uno sguardo cupo e amareggiato.

Lo eravamo tutti.

Però c’era lei, la Stella Polare questa bella barca sul carrello che attirava la curiosità dei Lions ,  degli invitati e delle autorità.

Strano come una barca possa quasi  trasformare  uno stato d’animo triste in uno stato di quasi normalità.

Hanno iniziato a parlare le autorità, è intervenuto chi ha donato la barca, poi la giornalista ha fatto i nomi dei presenti, delle importanti autorità, il nome del sindaco, i nominativi delle rappresentanze sportive, i nomi dei vari  presidenti e i nomi dei ragazzi di Homerus.

Quando sono stati fatti i nomi di tutti gli atleti di Homerus e quelli di  Elisabetta e Malipiero il mio sguardo è andato automaticamente alla Stella Polare, a quella barca immobile sul carrello,  in silenziosa attesa.

Emozioni contrastanti, tristezza e orgoglio, una mezza amara felicità.

Poi il mio sguardo si è incrociato con Lui,  il grande Uomo, Alessandro Gaoso.

Uno sguardo di intesa, abbiamo riguardato la Stella Polare  e in quel momento è esploso un sentito applauso.

Non tutti sapevano del lutto degli atleti assenti.

Chi ne era a conoscenza,  cercava gli sguardi dei ragazzi di Homerus, dei suoi istruttori, degli accompagnatori, di Alessandro.

Che strano ho incrociato lo sguardo con persone non vedenti, eppure ho colto quel messaggio che partiva dai loro cuori, dalle loro espressioni.

In quel momento mi sono sentito di appartenere ad Homerus, in quel preciso momento come tutti gli altri annuivo sommessamente.

Avevo capito che la stella Polare sarebbe stata varata.

Timidi sorrisi, non di circostanza ma di soddisfazione e soprattutto di orgoglio.

Una nuova vela sul lago, una vela bianca e marrone, la vela della Stella Polare,  la numero 3.

Tra gli interventi quello più particolare  è stato quello del parroco, il quale ha ricordato le origini della parola vento.

Il vento, associato allo Spirito Santo.

Toccante l’omelia, ancor più toccante quanto deciso l’intervento di Gaoso.

Poche e semplici parole per raccontare Homerus, la più bella avventura della vela in questi ultimi 10 anni.

Una madrina seppure determinata,  non ha avuto subito ragione di una bottiglia dal vetro a dir poco indistruttibile.

Al primo colpo la bottiglia rimbalza, al secondo, al terzo e via fino al decimo.

I marinai sono disperati, fanno gli scongiuri, chi cerca l’acciaio, chi altro.

Un nugolo di marinai cercano inutilmente in tutti i modi di sistemare l’inconveniente, carabinieri e marina compresi.

Ma lui il nostro grande uomo Gaoso non si scompone, scioglie una sagola, regola il penzolo della bottiglia, impartisce due semplici dritte alla madrina e…..

Bummm, la bottiglia esplode tra mille spruzzi di bollicine.

La Stella Polare ha preso al mascone i suoi primi spruzzi, spruzzi di Lugana, spruzzi del Bacco di Homerus.

Si procede al varo, la gru solleva la Stella Polare e lentamente viene alata.

Quando il bulbo tocca l’acqua i nostri sguardi lasciano la Stella Polare, si cercano, si trovano.

Vedo  Danilo, Anna, Diego, i marinai non vedenti di Homerus..

Loro non mi vedono, non possono vedermi, ma sorridono in silenzio e sentono che silenziosamente anch’io sorrido.

In quel preciso momento,  tutti abbiamo  lo stesso silenzioso sorriso e tutti lo stesso pensiero, pensiero  che và ad Elisabetta e  Alessandro.

Sorrido anch’io, sorride anche lui, il grande uomo, Gaoso.

Un cenno di intesa con il capo, gli occhi scintillano.

Si, non è stata una splendida giornata.

E’ stato un gran bel varo.

Ancora una volta mi sono ritrovato commosso con un amaro mezzo sorriso sulle labbra.

Un abbraccio a Elisabetta e Alessandro.

Stefano di VentoLibero

 

 

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